Sul finire degli anni ’80 una serie di stragi sconvolge l’Italia. Dopo gli anni del terrorismo di matrice politica l’intera Nazione è sotto assedio di un terrore ancor più subdolo. Il pool Mastina è messo a dura prova da quella che appare un’indagine dai molteplici sbocchi. La vicenda ha inizio il 9 maggio 1987 a Castelbosco (località immaginaria), per poi dipanarsi nell’arco del tempo in altri luoghi della Penisola. Saranno le intuizioni di Filippo Puntas, commissario parmense di origini napoletane, a fare luce sul misterioso e insospettabile capo della sanguinaria organizzazione.
34 Coltelli, pur avendo tutti gli elementi del classico thriller con tanto di episodi cruenti, suspense, indagini e momenti di crudo erotismo, è da considerarsi, per la suggestiva narrazione, un giallo sui generis. L’ampio spettro di caratterizzazione dei personaggi e degli ambienti, la varietà di linguaggi e di situazioni sono alla base della scrittura intrisa di termini ricercati, neologismi opportuni, e spunti di riflessione sulle relazioni umane e sulla società. La dinamica degli omicidi, che sembra tratta da un film horror, fa da contraltare alle svariate atmosfere di pathos e di bonaria ironia abilmente miscelate in una trama non priva di colpi di scena e di un finale a sorpresa. Non mancano “invenzioni” squisitamente letterarie come, ad esempio, i pensieri di un gatto, gli incisi di una voce fuori campo, l’intrufolarsi nella storia dell’autore stesso.