Quest’opera è dedicata a tutti i bambini abbandonati ed è stata scritta tra il 2017 e l'inizio del 2018.
Si chiederà qualcuno, o tanti, perché il mio modo di esprimermi sia così aspro e selvaggio, tanto da dovermi quasi vergognare. Niente paura, vi illustrerò con piacere, da cosa deriva questo mio modo di esprimermi. Non sono cresciuto in collegio ma nella bottega, e per bottega intendo quell’opificio gestito da esperti maestri, dove i più fortunati dei nati poveri avevano l’opportunità e l’ardimento di apprendere un mestiere. ... Chi aveva la fortuna di andare a bottega, per apprendere un mestiere, si trovava come in una scuola, cioè voglio dire, doveva integrarsi, doveva convergere con altri compagni di ogni risma, di ogni genia. ... Chiedo scusa anticipatamente, per le parole licenziose che ho scritto. Non potevo farne a meno, fanno parte della mia cultura, del mio stesso vivere. Si tratta comunque di una storia vera, contornata da un po' di fantasia.