Dopo diversi secoli, ancora oggi la modernità occidentale ha bisogno di uno spazio di riflessione, per comprendersi e per decidere quale direzione prendere. Essa non può permettersi il lusso di realizzare tale discernimento a prescindere dal cristianesimo, da sempre fedele compagno di vita dell’antica civiltà occidentale. Per realizzare l’anelata «economia della felicità» in questo mondo, bisognerebbe favorire un umanesimo integrale, un’amicizia sociale fondata sull’amore e nel contempo promuovere la gioia per la vita, al fine di saldare il cielo con la terra nella dimensione esistenziale dell’uomo. Il percorso proposto nel testo mira a far coabitare la dimensione immanente con quella trascendente, per l’edificazione di un mondo più inclusivo, che sia in grado di affrontare le sfide future, senza mai perdere la speranza.